La formazione è alla base dell’innovazione
L’asset strategico di Nexi, basato su una forte differenziazione nel capitale umano, consiste nel continuare a costruire e rafforzare la ‘One Nexi’.
Il nostro obiettivo è valorizzare le esperienze e le competenze rilevanti per il business e questo è il focus centrale sul quale si basa il programma Skill-Up.
Di fatto, Skill-Up è una mappa di competenze tecniche ‘as is’, ma anche con una visione futura, dal momento che è strettamente connessa con la ‘digital readiness’, che è l’abilità individuale e l’attitudine personale ad un apprendimento continuo lungo tutta la vita. Nexi ha combinato i due fattori e ha avviato il progetto Skill-Up in Area IT, con la consapevolezza che esso è così rilevante da essere scalabile sull’intera Azienda a cominciare dalla prossima Area, Operations.
Questo progetto è così importante che Nexi è stata premiata come ‘International Best Practice for the use of European Competence Framework’ per le competenze specifiche.
Come risultato, Skill-Up è un programma di sviluppo a supporto della crescita del capitale umano di Nexi.
Il programma è stato lanciato alla fine del 2019 con un focus iniziale sull’area IT con una scalabilità ad ulteriori funzioni di Gruppo pianificate nel futuro prossimo.
Skill-Up ha coinvolto più di 300 dipendenti fino ad ora, con l’obiettivo di essere esteso fino a 600 alla fine del 2020.
L’obiettivo del programma è mappare le attuali competenze IT e digitali verso i bisogni previsti per identificare e indirizzare in anticipo i bisogni di Nexi. La mappatura delle competenze rende possibili azioni interne mirate che includono:
- Identificazione di specifiche iniziative di formazione predisposte su misura su persone e ruoli;
- Criteri chiari per sviluppare le competenze interne;
- Pianificazione di job rotation interna e attività collaterali cross-funzionali
L’approccio di Skill-Up è stato completo, poichè ha mappato sia competenze relazionali sia competenze tecniche, includendo di seguito:
- Un modello basato su e-CF con competenze IT comuni, arricchito con abilità necessarie nel prossimo futuro (da Forrester) e competenze aggiuntive sulle linee di business di Nexi;
- Un modello customizzato su Digital DNA custom model che include competenze relazionali digitali (Potenziamento Individuale & Formazione Continua, Collaborazione Digitale & Coinvolgimento, Cybersecurity & Consapevolezza Digitale) and Competenze collegate alla professione (Trends Tecnologici, Customer Centricity, Capacità Decisionali Data Driven) così come attitudini al Pensiero laterale.
Nexi, il progetto Skill-UP mappa il capitale umano
Un progetto sviluppato a livello europeo con il coinvolgimento di tutta l’area IT, un team di circa 330 persone.
Abbiamo messo in campo uno strumento per mappare le competenze IT costruito su un sistema scalabile all’interno dell’azienda, definito insieme ai tre partner dai ruoli dedicati, ovvero prendendo in considerazione i loro rispettivi modelli consolidati di analisi delle competenze: con il supporto del modello standard europeo di Aica le competenze “As is”, quelle che ci servono oggi per vincere le sfide di business; attraverso l’osservatorio Forrester le competenze “To be” per le sfide del futuro studiando come si muoveranno i pagamenti digitali nel tempo; e con il modello esperienziale Mip la “digital readyness” per sostenere la capacità delle persone di imparare a mettersi in gioco”. Un “modello customizzato sulle sfide di Nexi” e sulle sue competenze specifiche nei pagamenti digitali che più riguardano da vicino l’azienda, con il coinvolgimento tutte le aree aziendali e non solo l’IT.
Il progetto consente oggi di definire operazioni concrete, strategiche sia in ottica di breve sia di medio e lungo termine per vincere le sfide di domani, che si basano su tre tipi di indicazioni, spiega Mariagrazia Bizzarri di Nexi: “primo, le risorse critiche, ovvero quelle da proteggere, che servono a Nexi per il futuro e coinvolgono progetti che perderemmo dall’oggi al domani se non avessimo il capitale umano adeguato; secondo, capire se le competenze al nostro interno sono corrette o dobbiamo cambiare modello operativo e cercarle al di fuori dell’azienda per portarle dentro o viceversa; terzo, indicazioni che ci aiutino ad identificare i piani di training e formazione 2020-2021 (già quest’anno Nexi ha dato il via ad una data academy), per formare persone che facciano da cross fertilizzatori al resto dell’azienda”.
“Un percorso che ha avuto un grande riscontro a livello di motivazione e di ingaggio delle persone coinvolte al di là dei risultati concreti – prosegue Bizzarri -. Oggi siamo nelle condizioni di presentare i risultati: il 72% delle competenze che abbiamo hanno una valutazione medio-alta e rispecchiano il modello operativo attuale, ovvero un mix di competenze interne ed esterne, in house e outsource”. Un risultato dalla valenza pragmatica ma anche di validità per gli azionisti, che l’azienda vuole capitalizzare rendendo il progetto scalabile e ottimizzabile in altre direzioni.
Giancarlo Capitani, presidente di NetConsulting cube, offre una valutazione della portata del progetto, che apprezza per i suoi diversi valori distintivi: “Un progetto concepito e ideato su una visione evolutiva in uno scenario di mercato dentro cui Nexi opera con un approccio singolare, strategico e raro in Italia; una mappatura fatta in ottica non tradizionale, che ragiona su processi integrati tra risorse interne ed esterne, con una visione di filiera delle competenze e non a silos all’interno delle aziende come solitamente accade; l’uso di standard per misurare skill gap, importante soprattutto per la comparabilità rispetto ad altri contesti e competitor e utilizzabile come benchmark; l’integrazione di componente standard e specifica di Nexi che offre una grande capacità di customizzazione; non da ultimo il fatto di avere aggiornato i profili, aggiungendo la componente soft skill, sempre più importante perché legata agli aspetti antropologici e relazionali, delle scienze sociali e cognitive”.
“Quello di Nexi è un progetto che non parla solo di tecnologia ma anche di fattore umano come elemento innovativo – concorda Riccardo Squizzato, responsabile scientifico Aica -; un grande progetto di digital transformation che viene impostato secondo uno standard europeo e aiuta ad ottimizzare situazioni non governabili. Una case study che mostra molte possibilità di applicazione, creata sulla base di un meccanismo totalmente documentato, uno strumento gratuito ancora poco utilizzato in Italia ma in grado di stabilire correlazioni ed elementi di confronto con la realtà”.